eccomi!!! la prima cosa che mi è venuta in mente vedendo la pagina bianca sono state le parole di rodolfo a mimi in la boheme..."le dirò con due parole...chi son,che faccio,come vivo"
moglie, madre, donna multitasking...da falegname a melomane, da cuoca a lettrice compulsiva...insomma: solo donna!!!
sposata da 30 anni con il mio amore, ho tre fantastici figli grandi...il saggio, l'artista e la cucciola!
in questo momento l'animale di casa è un tenerissimo cagnolotto plurirazzamista di nome soufflè arrivato da noi a febbraio dal canile di catanzaro...forse più che soufflè avremmo dovuto chiamarlo 'nduja!
pere al vino speziato, la mia scelta per il club del 27 di questo mese è stata questa
scelta difficilissima questa volta, davvero difficile perchè credo di avere fatto quasi tutte le ricette proposte e mi sono piaciute così tanto che ho anche acquistato il libro da cui sono tratte per avere anche quelle non selezionate Continue reading “pere al vino speziato per il club del 27”→
siamo alle porte del week and e vi presento un altra versione stra gustosa per il pollo della domenica: queste cosce di pollo ripiene ai gusti del medierraneo: quando l’ho preparate la scorsa settimana per i miei commensali erano davvero soddisfatti, sembrano normali cosce di pollo disossate ma dentro hanno un favoloso ripieno di tutti i sapori della nostra tradizione, restando succulente e morbide
quando ad inizio mese è stato dato il tema degli smørrebrød, sandwiches aperti con pane di segale, ho sobbalzato sulla sedia: meraviglia delle meraviglie, è da un anno che tampino il consorte perche mi faccia avere delle aringhe fresche da fare in salamoia agrodolce ed ora??? smørrebrød di aringhe fritte in salamoia per il club del 27Continue reading “smørrebrød di aringhe fritte in salamoia per il club del 27”→
ma buongiorno!! oggi vi racconto tutto quello che è successo in questi mesi nei quali non mi sono fatta sentire
normalmente a febbraio, sarà che finalmente aumenta la luce del sole, sarà che si inizia a sentire il profumo della primavera in arrivo con i primi cinguettii ed i primi fiori, io entro in dieta dimagrante ferrea per perdere quei, fortunatamente pochi chili presi durante le scorpacciate invernali Continue reading “tre mesi ed un orto”→
profumo di spezie, tagine, datteri, pollo…buon inizio di settimana con il nostro consueto, mensile, incontro del club del 27!
questo mese davvero la scelta è stata difficile, ma molto difficile…tanto che in casa si sta mangiando etnico da un bel pò di giorni…la mia prima e definitiva scelta è però stata su questa ricetta…un pò, devo dire la verità, perchè da poco avevo acquistato una tagine ed ancora non ero riuscita ad usarla, poi perchè da subito questa ricetta mi ha conquistato con i suoi profumi di spezie, il suo gusto dolce piccante che già sentivo al palato al solo pensiero Continue reading “moroccan tagine-style chicken thighs”→
questo non è uno dei miei soliti pasticci , ma un pasticcio di granchio molto gradito e spesso richiesto da un amico…e gli amici sono molto importanti ed a me piace coccolarli quando possibile
solo da qualche anno le nostre strade si sono incrociate, pesona colta, avvocato di grido, amante della cucina, del buon vino e della sua voce, come spesso gli avvocati sono
non riusciamo a vederci così spesso ma quando capita mi stuzzica piacevolmente sui più vari argomenti, specie di politica sui quali siamo di idee contrapposte, e con il quale è delizioso incrociare le spade, al contrario, quando si parla di mangiare e di bere siamo asolutamente in sintonia
questo tortino lui lo giudica perfetto… dice sempre che è assolutamente bilaciato nei sapori( mica briscole!) e guardate che è giudice severo, quindi, ormai da tre anni, non c’è befanone senza
pasticcio di granchio
per 4 persone
15 gr di burro
50 gr di cipolla tritata finemente
50 gr di carota tritata finemente
30 gr di sedano tritato finemente
100 ml di brodo di pollo
50 ml di vino bianco secco
10 gr di dragoncello
100 gr di panna densa (38%)
350 gr di polpa di granchio
1 cucchiaino di succo di limone
pepe di cayenna qb
sale
pepe
50 gr di parmigiano grattuggiato
50 gr di pane secco grattuggiato
timo fresco qb
procedimento
in un tegame mettete il burro e quindi cipolla carota e sedano, fate ammorbidire le verdure quindi aggiungete il brodo, il vino ed il dragoncello
portate a bollore e, lentemente, fate ridurre i liquidi fino ad averne solo due cucchiai, ora aggiungete la panna e riportate a bollore mescolando fino a quando la panna non sarà addensata
togliete dal fuoco, aggiungete la polpa di granghio ben scolata, il succo di limone ed il pepe di cayenna secondo vostro gusto, deve solo accendere il sapore, non rendere piccante il preparato
regolate di sale e pepe
trasferite il tutto in una teglia da forno che poi porterete in tavola, oppure in quattro piccole monoporzioni, imburrate, cospargetene la superficie con il pangrattato che avrete unito al parmigiano ed al timo
passate tutto al grill per due minuti finchè la superficie non sarà croccante
velbekomme
ps: io uso la polpa di granchio congelata, certo avere il granchio fresco è altra cosa ma va benissimo anche così, ma non usate assolutamente quello in scatola pena avere in bocca la stessa testura della carta
ps: visto che io lo preparo sempre prima il preparato non è certo caldo da avere solo bisogno del passaggio sotto il grill, quindi lo metto in forno a 200° per 20 min e poi accendo il grill
ps: le fotografie sono state fatte sia durante le preparazioni del befanone che appena posto sul tavolo da pranzo…preparare da mangiare per 80 persone ed averli poi dietro la schiena famelici e desiderosi di assaggiare, ha reso il compito di fotografare, già così poco agevole per me, rapidissio e certamente poco pensato… abbiate pietà
vi ricordate che ho parlato del club del 27? oggi sono qui ancora per loro, questo bellissimo insieme di appassionati di cucina che ogni 27 del mese pubblicano ricette goduriose, di cui io ho la tessera 69…si è vero…sono in un ritardo più che cosmico di cui chiedo umilmente scusa e mi cospargo il capo di cenere… però ci sono… e questo non è poco
questo mese la scelta è ricaduta sulle meravigliose ricette di marmellata di agrumi dal libro di sarah randell: a bittersweet cookbook
con la marmellata di arance amare (di siviglia) ho scelto di fare questo magnifico pudding:
prune,orange and armagnac bread and butter pudding
ora i pudding mi sono sempre piaciuti moltissimo, morbidi,cremosi, pieni di sapori e consistenze diverse…metti in bocca e non sai cosa ti aspetti….wow, si buoni!!! ricordo un magnifico e terribilmente triste film con julian moore su una mamma, professoressa universitaria ad alti livelli, colpita da altzeimer…ad un certo punto lei prepara per la figlia un pò contestatrice un pudding di pane e burro….giuro andai a cercate su google qualche ricetta ma nulla mi convinse….beh quando ho visto l’elenco di queste come facevo a non scegliere lei???
e poi si prepara facilmente,in casa avevo tutto, visto che gli ingredienti sono consueti e la brioche era fatta da poco, anche se la prima volta l’ho fatto, come prova, con delle normalissime brioche vuote
prune, orange and armagnac bread and butter pudding
200 gr di brioche
circa 30 gr di burro molto morbido
100 gr di marmellata di arance amare
150 gr di prugne secche denocciolate
20 gr di gherigli di noci spezzati
300 ml di latte
150 gr di panna
1\2 stecca di vaniglia
3 uova
50 gr di burro
1 dl di armagnac
100 gr di marmellata di arance amare
procedimento
per la crema:
unite latte e panna a cui aggiungete i semini della mezza stecca di vaniglia, versate il tutto in un contenitore dove avrete messo le uova, lo zucchero, la marmellata e l’armagnac… mescolate bene bene
imburrate la teglia scelta ,che dovrà andare in forno ed essere di circa 20 cm di diametro e 4 di altezza, prendete ogni fetta di brioche ed imburratela bene da ogni parte, quindi spalmatela di marmellata… inseritala nella teglia come se fossero dei panini e cercando di non lasciare spazii vuoti…sulla superficie mettete le noci e le prugne quindi versatevi la crema precedentemente preparata… schiacciate con una forchetta perchè le fette di brioche si imbibiscano di crema e lasciate riposare per una mezz’ora
infornate a 160° per 1 ora circa quando vedrete che si sarà ben gonfiato ai lati
spalmate ora un velo di marmellata leggermente riscaldata su tutta la superfice…lasciate intiepidire
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velbekomme
ps: ed ecco la ricetta della
marmellata di arance amare
Se sei a corto di tempo o hai un’improvvisa voglia di fare una partita di marmellata in un solo giorno, puoi tralasciare l’ammollo della notte; ci vorrà solo più tempo per ammorbidire la buccia prima di aggiungere lo zucchero. Come per tutti i frutti, il peso delle arance di Siviglia varia a seconda delle dimensioni, ma, come guida, 1 kg equivale a 8-12 arance. Oltre ai tre ingredienti chiave: arance, limone e zucchero, avrai bisogno di una garza o di una mussola. Ingredienti per circa 7 vasi da 340 g il succo di 1kg di arance amare 1 grosso limone 2kg zucchero semolato Tagliare a metà le arance e, usando la punta di un coltello, tirare fuori ogni seme evidente e metterlo in un quadrato di garza a due strati (o mussola), circa 30 x 30 cm. Spremere il succo dalle arance in una ciotola molto grande (o in una grande scatola di plastica con coperchio), aggiungere eventuali semi dallo spremiagrumi alla garza e aggiungere alla scodella eventuali pezzetti di polpa d’arancia. Ora, tagliare ogni metà di arancia in quarti e, usando un coltello, grattare via le membrane all’interno – metti queste e altri semi che trovi nella garza. Il prossimo lavoro è di tagliare la buccia il più uniformemente possibile in brandelli sottili, medi o grossi, come desideri; scartare le estremità del frutto mentre si procede. Trasferisci anche la buccia tagliuzzata nella ciotola. Chiudere il quadrato di garza a formare un sacchetto, ruotando la parte superiore e legandolo con lo spago: un paio di mani in più sono utili qui. Quando leghi la corda, lascia una estremità più lunga – puoi usarla per legare il sacchetto di garza sulla maniglia della pentola e immergerlo nel liquido quando cucini la marmellata. Mettere il sacchetto di garza nella ciotola dove hai unito la buccia e il succo. Aggiungere 2,25 litri di acqua fredda, assicurandosi che tutto sia immerso nell’acqua, quindi coprire con pellicola trasparente (o un coperchio) e lasciare riposare per una notte. Di solito metto la ciotola in cantina o in garage. Il giorno successivo, travasare il tutto dalla ciotola in una pentola e legare il sacchetto di garza alla maniglia della pentola in modo che si appoggi sulla base. Portare l’intero lotto a ebollizione su un fuoco medio-basso e cuocere a fuoco lento fino a rendere la buccia molto morbida – si dovrebbe essere in grado di schiacciarla facilmente con le dita; questo richiederà circa 1 ora e mezza. Il liquido si ridurrà man mano che la buccia sobbolle e vedrete il segno all’interno del tegame. Una volta che la buccia è abbastanza morbida, rimuovere il sacchetto di garza dal tegame, premendola bene contro il lato con il dorso di un cucchiaio di legno per estrarre tutta la pectina possibile dai semi – mettere da parte il sacchetto in una ciotola e lasciarlo raffreddare per 10 minuti. Nel frattempo, tagliare a metà e spremere il limone. Versare nel tegame il succo di limone e lo zucchero; mescolare a fuoco basso. Dare al sacchetto di garza un’ultima compressione con le mani per estrarre l’ultima pectina e aggiungerla alla marmellata. Questa pag .2 operazione è facilitata Indossando guanti puliti. Ora si può eliminare la garza, poiché il suo lavoro è terminato. Preriscaldare il forno a 140 ° C statico o 120° C ventilato. Continuare a mescolare la marmellata di tanto in tanto per aiutare a sciogliere lo zucchero. Questa è una fase importante, quindi assicurati che tutto lo zucchero si sia dissolto prima di passare a quella successiva; può richiedere circa 15 minuti. Ho notato che ogni seme che ho tralasciato di solito salta in superficie a questo punto; eliminarlo con un cucchiaino. Mettere alcuni piattini nel congelatore per il test e mettere i barattoli e i coperchi nel forno per 15-20 minuti per sterilizzarli. Ora portare la marmellata a ebollizione e far bollire per 20-25 minuti o fino a quando non ha raggiunto il giusto punto di gelificazione (prova piattino). Quando la marmellata è pronta, togliere il tegame dal fuoco. Lasciare riposare la marmellata per 15 minuti; questo aiuterà a distribuire la buccia in modo uniforme e renderla meno pericolosa da invasare. Girare la marmellata per disperdere eventuali bolle d’aria. Usando una caraffa graduata e un imbuto, trasferire la marmellata nei barattoli caldi sterilizzati. Sigillare e lasciare raffreddare completamente. Pulire per bene i vasi con un panno caldo e asciugarli prima di etichettarli. Conservare i barattoli di marmellata in un luogo fresco e asciutto, dove si conserverà per almeno un anno.
comfort food… vi ho già raccontato che il mio comfort food per eccellenza è la brioche e quindi, nel tentativo di mantenere le testa fuori dall’influenza che mi rincorre da una settimana, mi è venuto proprio spontaneo farne una, già ma quale? ho una libreria piena, anzi ,strapiena di libri di cucina, dalla mia prima enciclopedia della curcio acquistata per posta ben prima di sposarmi ( e stiamo parlando assolutamente del secolo scorso) agli ultimi, ma certamente non ultimi, libri tecnici o di super chef; così faccio spaziare il mio sguardo su quella quantità e questo si ferma su uno, rosa acceso, con scritte nere… un libro che quando lo acquistai mi fece innamorare di lui e poi, in un attimo fu probablmente soppiantato da altro e quindi dimenticato: patisserie di felder!!! Continue reading “la brioche di felder per uscire dall’influenza”→
il gravelax, il salmone marinato, fa parte della mia infanzia, a lui sono legati mille ricordi così come al salmone affumicato, ma quello vero, quello morbido, alto quattro dita, quello selvaggio che allora era permesso, anzi era normalmente usato
usufruendo delle mille preparazioni fatte per il befanone, scusandomi già da ora per le fotografie fatte mentre si lavorava o facendo attendere i famelici ospiti, vorrei iniziare proprio a raccontarvi di questo, il salmone marinato al profumo di aneto fresco, una deliziaContinue reading “il gravelax e la sua salsa”→
eccoci qui a fare due chiacchere pe raccontarvi il giorno del befanone 2018, forse il più bello di tutti i 18 svolti fino ad ora
ho lavorato per un giorno e mezzo con il fantastico aiuto della mia cuochina prefetita, la mia cucciola, che ha svolto un lavoro da commis impeccabile ed assolutamente funzionale…ogni tanto mi cazziava per il mio disordine e poi come un fulmine riuscivaa trasformare tutta la cucina dandole una forma assolutamente linda… ha tagliato ed affettato 5 kg di cipolle per la genovese, pulito ed affettato una cassetta di carciofi…insomma senza di lei io sarei ancora li a preparare, tagliuzzare e sminuzzare. eccezionale: merita un applauso a scena aperta!
il 6 gennaio non è solo la nostra festa del befanone ma anche la normale befana quindi i ragazzi sono arrivati qui comprensibilmente presto per vedere le calze e prendere un caffè insieme: devo dire che quest’anno a differenza proprio di tutti gli altri, io ero assolutamente rilassata, anche troppo ( all’una e mezzo mi sono accorta di non avere ancora messo sul fuoco l’acqua della polenta) però questo ha fatto si che ci godessimo anche queste poche ore tra noi, riuscendo perfino a fare un brindisi familiare giusto un attimo prima che iniziassero ad arrivare gli invitati…e poi…via!!!!!
come sempre i primi ad arrivare sono stati i ragazzi…armadi a quattro ante, famelici e pronti ad affrontare il tour de force… ragazzi che fraquentano questa casa da anni innumerevoli, credo che il primato sia di ganchi, figlio dell’amico genio di cui vi ho già parlato, che arrivò qui alla tenerissima età di due anni e mezzo… un frugolo biondo platino che si rotolava con l’artista altrettanto piccolo ed altrettanto biondo ( color del grano maturo, questo era detto dei suoi capelli)
da qui in poi tutto è stato un susseguirsi di cibo, risate, racconti, giocate a calcetto, bevute, fotografie, discoteca ( ebbene si, ho ballato anch’io divertendomi moltissimo, tra i ragazzi ed ovviamente con la loro musica, che non resterà sicuramente negli annali della grande musica ma che proprio ti impedisce di restare fermo) e poi ancora cibo, tutti in cucina, tra piatti sporchi e pentole piene, prendendosi in giro per la fame che ancora fa muovere le mascelle di questi magnifici quasi trentenni, giovani uomini sorridenti, sani, amici
verso mezzanotte ho ceduto improvvisamente le armi, così come due secondi prima stavo chiaccherando cosi a quel punto tutta la stancezza si è appoggiata sulle mie spalle… saluto e sbaciucchio ( ne ho facoltà) tutti e mi faccio accogliere dalla frescura delle lenzuola
sapete a che ora sono andati via gli ultimi???? alle cinque!
la cosa più bella?
a fine serata seduti, anzi, quasi sdraiati sul divano della sala, un grande amico dell’artista mi dice:
lella, sta finendo la giornata, sono disperato…ora devo fare passare 364 giorni!!!!
e si…ci si è divertiti
ps: la dicitura A C nel menù è per le persone che non possono mangiare aglio e per i celiaci presenti…